Il centro storico di Fontanarosa, nonostante si presenta ben conservato. Gli originari borghetti hanno mantenuto le vecchie denominazioni di Dogana, Pozzo e Castello Vecchio, come pure le antiche strade continuano ad essere intitolate Avvisati, Bastione, Bianchi, Murillo e Murorotto. Vagando piacevolmente per il centro storico, è possibile ammirare i bellissimi portali in pietra del XVII-XVIII secolo e diverse loggette cinquecentesche. L'edilizia del centro storico è caratterizzata dall'impiego leggi di più
Il centro storico di Fontanarosa, nonostante si presenta ben conservato. Gli originari borghetti hanno mantenuto le vecchie denominazioni di Dogana, Pozzo e Castello Vecchio, come pure le antiche strade continuano ad essere intitolate Avvisati, Bastione, Bianchi, Murillo e Murorotto. Vagando piacevolmente per il centro storico, è possibile ammirare i bellissimi portali in pietra del XVII-XVIII secolo e diverse loggette cinquecentesche. L'edilizia del centro storico è caratterizzata dall'impiego della pielra calcarea, estratta in loco o in cave non lontane. L'ampia disponibilità di tale materia prima, ha influenzato, anzi, determinato l'architettura complessiva del paese, dato che la si ritrova praticamente dappertutto.
Una delle principali architetture del borgo antico di Fontanarosa è il Santuario di Maria Santissima della Misericordia, o "del Pozzo". L'edificio religioso sarebbe stato costruito, secondo la tradizione locale, in seguito al ritrovamento, nei pressi di un pozzo, di una miracolosa statua della Madonna, nascosta per essere sottratta alle subdole azioni degli iconoclasti. La leggenda, inoltre, narra che la Vergine sia apparsa a una pastorella del luogo, guidandola verso il ritrovamento della statua e, di conseguenza, verso la costruzione dell'attuale Santuario, sottoposto nel corso dei secoli a vari interventi di ristrutturazione e ampliamento. Ancora, è al culto mariano in questione che si ispira la celebre devozione popolare del carro di paglia, risalente al XVI secolo: la tradizione è legata all'offerta di ringraziamento che i contadini delle varie contrade tributavano, già prima del XVI secolo, alla Madonna, nel giorno della sua festa, caricando sui loro carri i covoni di grano e dando vita a una vera e propria gara per decretare il carro più bello. Oggi il Santuario si presenta a tre navate, con sei altari posti nelle navate laterali e uno centrale, l'altare maggiore, posto nello spazio del coro. Ciascun periodo della storia ha segnato questo luogo di culto con un manufatto o un decoro che conferisce un senso di sfarzo e magnificenza. Grande importanza assume nell'edificio religioso la statua di Santa Maria della Misericordia, una scultura singolare appartenente al periodo medievale, e il bellissimo portale in pietra che chiude l'attuale ingresso principale. È presente anche un'originaria cappella del 1731, oggi basilica che conserva un trittico in legno colorato e dorato del XVII secolo, dono del principe Carlo Gesualdo, e un quadro della Vergine con bambino che dona il giglio a Sant'Antonio, appartenente alla scuola di Luca Giordano. All'interno della mistica grotta scavata sul retro della basilica, infine, si trova il celebre pozzo della Madonna, da cui è possibile attingere l'acqua che, da molti, è ritenuta miracolosa.
Altro edificio interessante del borgo antico è la Chiesa di San Nicola Maggiore. L'edificio religioso fu costruito per volere dei governatori normanni intorno al XII secolo, periodo in cui il culto di San Nicola di Bari si era già notevolmente diffuso presso la comunità locale. Nel corso dei secoli, la Chiesa subì numerosi lavori di restauri e, talvolta, vere e proprie opere di ricostruzione, come quella avvenuta nel 1425. Nel 1731, il Vescovo Paolo Torti Rogadei si prodigò per apportare alla Chiesa di San Nicola alcuni cambiamenti radicali che, tuttavia, rimasero irrilevanti, a causa del terremoto che colpì l’Irpinia nel 1733. Successivamente, per mano dell’arciprete Nicola Petrone (1881-1973), fu costituito il pavimento di pietra e il rivestimento del soffitto in tela. Grazie ai sussidi dello Stato e ai beni donati dall’arciprete Don Davide D’Italia, dopo la seconda guerra mondiale la Chiesa fu trasformata e abbellita, fino ad assumere l'aspetto attuale. La Chiesa di San Nicola Maggiore oggi presenta una pianta a tre navate, al cui termine si trova la cupola. La splendida facciata si articola in due ordini: all'interno del primo ordine, terminante con una balconata, si trovano tre imponenti portali, mentre il secondo ordine è incluso nella parte alta della facciata ed è costituito da colonne, una trabeazione, un fastigio a timpano spezzato e un attico retrostante con sculture. La Chiesa conserva al suo interno diverse statue di santi e alcuni intonaci. Tra le numerose opere, si annoverano “L’Ultima Cena” di Alonso Rodriguez (1578-1648) e la “Madonna col Bambino” di Giuseppe Tomajoli (1730-1772). leggi di meno