Molti ascrivono le origini della odierna Taurasi, all'antica Taurasia, antica città hirpina. II nome della città è contenuto nell'iscrizione sulla tomba di L. Scipione Barbato, che ricorda Taurasia tra i centri da lui conquistati durante la terza Guerra Sannitica (ORELLI, Inscr., 550). Dura sorte toccò al sito (ed ai suoi abitanti), distrutto nel 268 A.C., confiscato e fatto rientrare nell'ager publicus populi Romani, in cui vennero insediati, successivamente, nel 180 A.C., per ordine del Senato leggi di più
Molti ascrivono le origini della odierna Taurasi, all'antica Taurasia, antica città hirpina. II nome della città è contenuto nell'iscrizione sulla tomba di L. Scipione Barbato, che ricorda Taurasia tra i centri da lui conquistati durante la terza Guerra Sannitica (ORELLI, Inscr., 550). Dura sorte toccò al sito (ed ai suoi abitanti), distrutto nel 268 A.C., confiscato e fatto rientrare nell'ager publicus populi Romani, in cui vennero insediati, successivamente, nel 180 A.C., per ordine del Senato, gli Apuani Liguri che erano stati rimossi dalle loro sedi a seguito della loro ribellione a Roma (Liv., XL, 38). Il problema, però, è che se si è certi dell'esistenza di Taurasia, assai dibattuta è la sua esatta ubicazione. Di certo i Romani a Taurasi misero piede, come risulta dai tipici mattoni formato 3 x 21 cm che si trovano alla base della Porta Maggiore, di cui vi mostriamo una fotografia. In epoca romana, le campagne di Taurasi vennero intensamente coltivate dai coloni della vicina Aeclanum (al Passo di Mirabella). Il borgo attuale, di presumibile fondazione Longobarda verso l'VIII secolo, si sviluppò in epoca medioevale, durante la quale Taurasi crebbe attorno al Castello. Certa è la sua distruzione successiva ad opera dei Saraceni, incerta, però, ne è la data (910 o 925 o 995). Il castello vide accrescere notevolmente la sua importanza a seguito dell'ampliamento e fortificazione durante la dominazione Normanna, intorno al 1100. Conquistato da Ferrante d'Aragona nel 1461, e distrutto da bombardamenti nel 1496, il borgo fu feudo dei Gesualdo, che nel 1582 fecero edificare la Chiesa del SS Rosario e Convento di S. Domenico, dei Filangieri e dei Latilla (col titolo di Marchesi). Tra i drammatici eventi passati, oltre alle guerre, particolarmente drammatica fu la peste del 1656, che dimezzò la popolazione.
La principale evidenza del borgo di Taurasi è il Castello Marchionale, detto anche "Palazzo Marchionale"
La sua costruzione risale probabilmente al VII secolo d.C., nel periodo contrassegnato dalla dominazione longobarda. Distrutto dai Saraceni tra il 900 e il 910, è stato ampliato dai Normanni nel XII secolo, con l'aggiunta di un mastio. Nel corso del tempo, comunque, il Castello di Taurasi ha subito diverse trasformazioni e ha visto l'avvicendarsi di diversi proprietari, tra cui i De Taurasi, i Gesualdo, i Caracciolo, i Pignatelli e i Carafa. Oggi, questo storico palazzo è di proprietà del Comune e, dopo alcuni lavori di restauro, è stato adibito, a partire dal 2006, a sede dell’Enoteca Regionale per i Vini dell’Irpinia, ubicata al secondo piano della struttura. Al piano inferiore, invece, sono localizzate le scuderie, dove è stato allestito il “Percorso Sensoriale Tau”, che guida il visitatore alla scoperta dei vini Taurasi DOCG, Fiano di Avellino DOCG e Greco di Tufo DOCG. Tra gli spazi da ammirare nel Castello Marchionale, vi sono anche varie stanze di personaggi legati alla storia del paese, tra le quali spicca soprattutto la cosiddetta “Stanza del Principe”, ossia Sala "Gabriele D’Isola" dove, nel 1566, nacque Carlo Gesualdo, uno dei più noti compositori italiani. Altro spazio di notevole bellezza, infine, è la Cappella di San Pietro a Castello, dove è possibile ammirare un altare marmoreo e la volta finemente stuccata da angeli.
L’altro edificio d’interesse è la Collegiata di San Marciano Vescovo. Sebbene non sia sede di una diocesi, l'edificio religioso è noto anche con il nome di "Duomo di San Marciano", a tal punto da influenzare la denominazione della piazza su cui si erge. Sorto, probabilmente, nel VII secolo d.C, sulle rovine di un tempio pagano, venne distrutto dai Saraceni e riconsacrato nel 1150. Il 18 marzo 1590, assunse il titolo di "Collegiata" e, nel 1745, fu nuovamente ricostruito in stile barocco. Nel corso del tempo, la Collegiata ha mantenuto quest'ultima fisionomia, preservando la sua facciata molto semplice e in parte nascosta dall'imponente Castello Marchionale. Percorrendo degli ampi scaloni e attraversando un raffinato portale in pietra, al di sopra del quale si trova una nicchia con l'affresco di San Marciano, realizzato da Antonio Froncillo nel 1997, è possibile accedere all'interno dell'edificio religioso. Al patrono è dedicata anche una cappella, abbellita da una grande conchiglia e affiancata da altre cappelle, tra cui quella realizzata in onore a Maria Santissima del Monte Carmelo. A impreziosire, infine, il valore artistico del luogo sacro, vi sono alcune nicchie, dedicate a Sant'Anna, Sant'Antonio da Padova e San Gerardo Maiella. Luogo di culto dalla storia secolare, la Collegiata di San Marciano Vescovo è il filo conduttore che lega la comunità taurasina al suo Santo Patrono. leggi di meno