L'Arciconfraternita del Santissimo Nome di Dio, anche detta del Nome di Gesù, presenta una bella facciata in stile barocco, preceduta da un'assai caratteristica scalea a curve concentriche, pure barocca. La struttura, contigua alla Chiesa Parrocchiale, sarebbe stata progettata dal Vanvitelli, impegnato nel vicino paese di Mercato S. Severino, dove progettò il Palazzo del Municipio.
Sulla facciata si legge: "ARCHICONFRATERNITAS JHS TITULO S.S. NOMINIS DEI A. 1701 INSCRIPTA".
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L'Arciconfraternita del Santissimo Nome di Dio, anche detta del Nome di Gesù, presenta una bella facciata in stile barocco, preceduta da un'assai caratteristica scalea a curve concentriche, pure barocca. La struttura, contigua alla Chiesa Parrocchiale, sarebbe stata progettata dal Vanvitelli, impegnato nel vicino paese di Mercato S. Severino, dove progettò il Palazzo del Municipio.
Sulla facciata si legge: "ARCHICONFRATERNITAS JHS TITULO S.S. NOMINIS DEI A. 1701 INSCRIPTA".
Numerose sono le opere d'arte custodite all'interno dell'Arciconfraternita, come un altare ligneo del XVI secolo, una logora statua lignea della Madonna del XVII secolo, un Coro del XVIII secolo, un affresco sulla volta "Trinità coi Santi", sempre del XVIII secolo (1738) opera di Antonio Maria Romero, che dipinse anche il "Trionfo del Santissimo Nome di Gesù", nel quadro sul soffitto della Sagrestia. Elemento architettonico ricorrente delle Confraternite, è la Cripta, che contiene i sedili su cui venivano riposti i defunti appartenenti alla Confraternita.
Adiacente all'Arciconfraternita del Santissimo Nome di Dio è sita la Chiesa Parrocchiale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. L'estrema elementarità e geometricità della facciata della Chiesa, anche detta di S. Pietro a Resicco (da "Rio secco" o "Riu siccu"), su cui si legge "AP PETRO ET PAVLO DICATVM", contrasta fortemente col disegno più rude del Campanile, a tre livelli. La Chiesa è documentata per la prima volta nel 1309 e venne elevata a Parrocchia nel 1511. Venne chiusa nel 1810, essendo ormai cadente, officiandosi le messe nell'attigua Congrega. L'attivo Parroco Fortunato Galliani, nel 1844, finanziò personalmente la ricostruzione, a tre navate, dell'edificio religioso, a tre navate. Al suo interno, l'edificio conserva interessanti opere d'arte, come le statue dei Santi Pietro e Paolo a cui la Chiesa è dedicata, un altare del XVI secolo, il Coro intagliato del XVIII secolo, il dipinto della Sacra Famiglia, opera di Nicola Pepe (1861), in cui ovviamente figurano la Vergine Maria col Bambin Gesù e S. Giuseppe intento alla lettura della Bibbia, sovrastati da Angeli, due acquasantiere in stile barocco, su cui insiste un'iscrizione in latino, del 1350.
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