Luogo del cuore del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) sorge su di un Monte chiamato fino al 1601, Monte Visciano, che passato in proprietà dei RR. PP., cambiò la nomenclatura in Camaldoli.
Dalle tavole di fondazione si apprende che un Patrizio Nolano, Pompeo Fellecchia, uomo pio e caritatevole, aveva un fratello, Serafino che, conseguita la laurea in giurisprudenza presso l'Università di Napoli, vestì l'abito Camaldolese nell'eremo di RUA, presso Padova, dove nel 1584, fece professione di vot leggi di più
Luogo del cuore del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) sorge su di un Monte chiamato fino al 1601, Monte Visciano, che passato in proprietà dei RR. PP., cambiò la nomenclatura in Camaldoli.
Dalle tavole di fondazione si apprende che un Patrizio Nolano, Pompeo Fellecchia, uomo pio e caritatevole, aveva un fratello, Serafino che, conseguita la laurea in giurisprudenza presso l'Università di Napoli, vestì l'abito Camaldolese nell'eremo di RUA, presso Padova, dove nel 1584, fece professione di voti religiosi. Nel 1601, Don Serafino, si trovava nella qualità di Priore nell'Eremo dell'Incoronata (Diocesi di Benevento), quando venendo a morte il suo diletto fratello Pompeo, in omaggio a lui, questi legò all'Eremo dell'Incoronata, gran parte della sua proprietà, a condizione che si edificasse un Eremo Camaldolese nelle vicinanze di Nola.
Sulla porta della Chiesa vi è l'iscrizione lapidaria postavi dai monaci a perpetua lode del Fondatore dell'eremo Pompeo Fellecchia, datato ANNO SACRO MDLXII. La Chiesa è ad una sola navata senza crociera, il pavimento è in marmo di Carrara e Portovenere, con disegno a quadroni ed è datato 1731. L'altare maggiore è dello scultore Giuseppe Sammartino e i suoi allievi (18.mo secolo), in marmo e bronzi dorati. Cinque tele di scarso valore artistico adornano il Coro e la Porta del Tempio, mentre una statua lignea della Vergine, di ignoto autore, è collocata in alto, nella parete mediana.
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