Posizionata in una area strategica, Grottaminarda è stata terra di passaggio sulla rotta tirreno-adriatico fin dall'antichità, rappresentando un fondamentale snodo commerciale
Anello di congiunzione sulle tratte che dal Tirreno arrivavano fino all’Adriatico, Grottaminarda è uno snodo cruciale nel cuore della Valle Ufita.
Grottaminarda è come una leonessa che da una duna veglia sulle antiche rotte commerciali che attraversavano la Valle Ufita, per unire il mar Tirreno con il litorale adriatico.
Le origini dell’attuale borgo vengono datate intono al XII secolo, quando la famiglia d’Aquino divenne proprietaria del feudo e iniziò una serie di interventi di fortificazione che portarono alla costruzione della cinta muraria e di una fortificazione che ancora oggi domina il paesaggio di questo spaccato di Irpinia.
IL CASTELLO D’AQUINO
L’antica fortezza, conservata in tutto il suo splendore, si presenta ancora oggi con una pianta trapezoidale, tipica delle costruzioni altomedievali, circondata dalle mura merlate aragonesi e impreziosita dalle quattro torri. Di queste, tre sono a forma cilindrica, mentre una è a pianta quadrangolare. Nei secoli, il Castello di Grottaminarda ha ospitato tutte le famiglie feudatarie che si sono avvicendate nell’area fino a quando, nel 1988, fu ceduto definitivamente all’amministrazione comunale.
IL MUSEO ANTIQUARIUM
Con la trasformazione da fortilizio a dimora signorile, con un primo piano adibito a residenza nobiliare e un retrostante giardino pensile con affaccio sulla valle dell’Ufita, oggi il Castello di Grottaminarda ospita la Biblioteca comunale e il Museo Antiquarium, spazio espositivo dei diversi e numerosi rinvenimenti effettuati in Valle dell'Ufita, che racconta la storia e la vita della comunità grottese dalle età del bronzo e del rame fino ai giorni d’oggi. L’esposizione si articola in due ambienti, uno organizzato in sezione archeologica con frammenti, manufatti e opere di ceramiche e una sezione dedicata alla storia contemporanea
LA DOGANA ARAGONESE
Durante la dominazione Aragonese, Grottaminarda accrebbe ancora di più il suo ruolo commerciale diventando sede di una importante Dogana per tutte le comunità della valle. L’edificio, ancora oggi presente nello skyline urbano, fu edificato per favorire e istituzionalizzare la riscossione dei diritti feudali di transumanza nel 1467 dal nobile Ladislao d'Aquino lungo quella che diventerà la frequentatissima strada Nazionale delle Puglie. Ampliata nella seconda metà del XVIII secolo e, in seguito, adibita al cambio dei cavalli e al ristoro dei passeggeri come Stazione di Posta, la Dogana aragonese di Grottaminarda è stata dichiarata, nel 1930, Monumento Nazionale.
SANTUARIO DI SANTA MARIA DI CARPIGNANO
A pochi chilometri dal centro abitato, nella frazione di Carpignano, sorge il Santuario di Santa Maria di Carpignano, uno dei luoghi di culto tra i più amati dell’intera Valle Ufita. Inaugurato nel 1861, fu affidato agli inizio del ‘900 all’ordine dei Padri Mercedari. Nonostante i gravi danni prodotti dal terremoto del 1980, il Santuario oggi si offre in tutta la sua semplice bellezza declinata attraverso una facciata a capanna, un portale d’ingresso in pietra sormontato da una nicchia contenente l’immagine della Madonna e un campanile che si sviluppa su cinque livelli al centro dei quali spunta un orologio. Il Santuario, però, è famoso in tutta l’Irpinia in quanto ospita una delle rarissime rappresentazioni di Madonna Nera della provincia, un antichissimo dipinto, datato XII secolo, in cui è ritratta la Vergine Maria con in braccio il Bambinello, una straordinaria icona mariana a cui tutta la comunità grottese è fortemente devota.
LA CIAMBUTTELLA
La ciambuttella è un piatto tipico di Grottaminarda, entrato a far parte dei PAT della Campania. Si prepara con ortaggi di stagione e secondo un'antica usanza, viene preparato sistemando tutti gli ingredienti in quest’ordine: il pomodoro tagliato a “pacchetelle”, ovvero seguendo le sue coste, i peperoni rossi e verdi tagliati a pezzi più spessi, le patate a dadini, l'aglio a spicchi e il basilico a foglie.
La ciambuttella può essere consumata calda oppure conservata in barattoli di vetro messi a bollire in acqua per almeno un’ora in modo da rappresentare una provvista che può essere conservata in dispensa e consumata all'occorrenza, da sola o come condimento per il pane e la pasta.
LO SPANTORRONE DI GROTTA
Un dolce tipico della tradizione culinaria grottese è lo Spantorrone la cui ricetta viene tramandata di famiglia in famiglia da secoli. Si tratta di un tipo particolare di pantorrone, caratterizzato da una particolare friabilità, caratteristica questa che lo ha fatto entrare di diritto nei PAT della Campania.
La ricetta originale prevede che la preparazione avvenga nella torroniera, dove, dopo aver riscaldato per molte ore miele ed albume d’uovo, si aggiungono, mandorle, nocciole e vaniglia. Il preparato che ne esce fuori viene steso in appositi stampi e ricoperto di fettine di Pan di Spagna imbevute di rhum e liquore strega.