Monteverde, uno dei borghi più affascinanti d’Italia, si erge su una collina dell’Irpinia, dominata dall’imponente castello che ne racconta le origini medievali.
Lì dove nidifica la rarissima Cicogna nera, tra l’Osento e l’Ofanto, protetta dal caos e dalle frenesie urbane, si staglia Monteverde, uno dei borghi più bucolici, ma allo stesso tempo accessibili, della Campania ed è inserito nell’elenco dei "Borghi più belli d’Italia".
Dove Campania, Lucania e Puglia s’incontrano lungo la linea dell’orizzonte, sorge un piccolo borgo incontaminato che domina la valle dell’Ofanto. Si tratta di Monteverde, dalla cui sommità è possibile raggiungere con lo sguardo il mare di Manfredonia in Puglia.
Arroccato attorno al suo Castello baronale, edificato in epoca longobarda e ampliato al tempo della dominazione aragonese, il borgo, sopravvissuto ai tanti terremoti che hanno squassato l’Irpinia, con le sue vecchie case costruite in arenaria locale, è circondato da campi di grano a perdita d’occhio e da acque artificiali come quelle del lago di San Pietro, che in estate si popolano di fauna meravigliosa.
IL CASTELLO GRIMALDI
Costruito dai Longobardi per controllare e governare i territori ricadenti nel ducato di Benevento, grazie alla sua invidiabile posizione che offre panorami mozzafiato sulle valli sottostanti, la vecchia Fortezza di Monteverde è uno dei principali motivi per visitare il borgo.
Il maniero, conosciuto con il nome di Castello Grimaldi, dal nome di una delle principali famiglie feudali che vi dimorarono, fu ampliato nel XV secolo grazie all’intervento degli Aragonesi che aggiunsero alla vecchia roccaforte ben quattro torri angolari, due cilindriche e due quadrate, e un ponte levatoio, purtroppo, andato perduto dai vari eventi sismici che ne costellarono la storia.
Quasi interamente distrutto dal terremoto del 1851, fu ricostruito e restaurato più volte ed oggi si presente con le torri ancora visibili, le feritoie e le finestre rettangolari, mentre all'interno si trova una cappella che conserva un altare, una acquasantiera, risalente al XIV secolo insieme ad alcuni affreschi.
IL MUSEO INTERATTIVO DEL GRANO
Dopo il suo ultimo e completo restauro del 2006, la Fortezza di Monteverde ospita il Museo Interattivo del Grano (M.I.GRA), un luogo di sapori e saperi, in cui prendono vita, grazie ad installazioni tecnologiche e artistiche, storie e dinamiche di vita contadina che si sviluppano attraverso 9 sale espositive in cui, proiezioni immersive e postazioni di realtà aumentata, ci parlano della tradizione cerealicola della valle dell’Ofanto.
Grazie al supporto di visori e postazioni multimediali, il Museo racconta l’antica cultura cerealicola delle valli che si sviluppano ai piedi di Monteverde, ripercorrendo le diverse fasi produttive del grano, dalla semina alla mietitura, ricostruendo scene di vita quotidiana con un focus sui giorni, le stagioni e le modalità di intervento nei campi che danno origine ad un prodotto d’eccellenza, unico ed inimitabile com’è il grano irpino.
IL LAGO ARTIFICIALE DI SAN PIETRO
Nato dal fiume Osento, incastonato tra boschi e colline ad una altitudine di oltre 450 metri sul livello del mare, il lago artificiale di San Pietro, con le sue acque verde smeraldo, è uno dei Siti di interesse comunitario (SIC) più affascinanti di tutta l’Irpinia.
Abitato da carpe, trote e pesci gatto e impreziosito da una vegetazione molto ricca, il lago è la cornice naturale del Grande Spettacolo dell’Acqua, un evento di luci, colori, suoni e giochi pirotecnici che, tra storia e suggestione, racconta la vita di San Gerardo Maiella e attira migliaia di visitatori dall’Irpinia e da tutto il Mezzogiorno.
PERCORSO NATURALISTICO SERRO DELLA CROCE
Altro motivo per visitare Monteverde è dato dal percorso naturalistico di Serro della Croce che si snoda per oltre un chilometro su uno dei tre colli dove sorge il borgo e regala uno spettacolo mozzafiato che spazia dalla valle sottostante fino al Vulture in Basilicata. Su uno dei grossi spuntoni di pietra denominato “lu carabutt” si favoleggia essere impressa l’impronta della mano dell’Arcangelo Michele che, secondo una leggenda, proprio in quel punto avrebbe condotto la sua battaglia contro Lucifero.